domenica 24 febbraio 2013

Dentifricio dell'elefante

Obbiettivi:
Accelerare una reazione chimica con dei catalizzatori diversi.

Materiali:

  • Bottiglia di plastica
  • Bacinella
  • Acqua ossigenata
  • Detersivo (si può anche non utilizzare)
  • Lievito di birra (oppure diossido di manganese)
  • Acqua


Procedimento:
Metti la bottiglia nella bacinella, al suo interno versa 125 cm cubi di acqua ossigenata a 20 volumi. Aggiungine un quantitativo simile di detersivo, servirà solo da colorante. Agita il composto. Ora si può procedere in due modi:

  1. Sciogli un panetto di lievito di birra con qualche cucchiaino di acqua. Versa la miscela nella bottiglia e osserva ciò che accade;
  2. Come si fa nei laboratori, in un becher mettere acqua ossigenata e una punta di spatola di diossido di manganese.
L'esito sarà uguale per i due modi.

Conclusioni:


Lievito di birra e diossido di manganese sono due catalizzatori diversi che accelerano la stessa reazione chimica. Inoltre se avviciniamo la punta di un fiammifero spento con la punta ancora incandescente si riaccenderà perché il gas nella schiuma è ossigeno.



Fatto in Casa: creare una muffa

Le muffe sono funghi che vivono su superfici acquose e umide, in più sono ricche di nutrimento. Delle muffe visibili nella vita quotidiana sono quelle dei formaggi, specie del gorgonzola. Ma, proprio grazie a una muffa (Penicillium notatum), Alexander Fleming scoprì il primo antibiotico.

Come riprodurre una muffa in un sacchetto?

Materiali:

  • Fetta di pane
  • Sacchetto di plastica
  • Elastico 


Procedimento:
Bagna la fetta di pane con un po' d'acqua, mettila nel sacchetto e chiudi bene l'apertura con l'elastico.
Dopo qualche giorno potrai osservare la formazione della muffa.

Conclusioni:


Quella è la muffa del pane (Rhizopus stolonifer).  Osserva con la lente di ingrandimento, o meglio con un microscopio, noterai che essa è composta da un micelio di cellule sottilissime e da corpi fruttiferi.

Vedere i batteri anche in casa

Obbiettivi:
Rendere visibili a occhio nudo i batteri.

Prerequisiti:
Nell'atmosfera, nell'ambiente in cui viviamo, siamo immersi in un mondo microscopico: quello dei batteri.
Essi entrano facilmente in contatto con la nostra pelle, infatti, non dobbiamo mai portare le mani non lavate sugli occhi, bocca o ferite, così da facilitare la loro circolazione nell'organismo.

Materiali e strumenti:

  • Foglietti di gelatina (reperibile nei supermercati)
  • Un becher largo o un bicchiere largo
  • Una pellicola alimentare (un foglio trasparente per mantenere i cibi freschi)
  • Un pennarello per vetro
Procedimento:
Prepara la gelatina seguendo le istruzioni sulla scatola; poi versala nel bicchiere o becher. Dopo che si è solidificata, premi con i polpastrelli delle dita sulla gelatina; con il pennarello evidenzia sul fondo del recipiente dove hai toccato la gelatina. Infine, ricopri il tutto con la pellicola.

Conclusione:


Dopo qualche giorno, noterai la formazione di vere e proprie macchioline nei punti di contatto evidenziati dal pennarello. Quelle sono colonie batteriche. L'ambiente umido e ricco di nutrienti della gelatina ha fatto in modo che i batteri proliferassero più velocemente. E' possibile trasportare un campione della colonia su un vetrino e osservarlo a microscopio.

sabato 23 febbraio 2013

Cercare il carbonio

Si può eseguire in presenza di un adulto.

Obbiettivi:
Trovare il carbonio in un batuffolo di cotone.

Materiali:

  • Batuffolo di cotone
  • Fornello
  • Recipiente di vetro pirex


Procedimento:
Porre un batuffolo di cotone in un recipiente e posarlo su un fornello acceso. Dopo alcuni minuti, il batuffolo diventerà completamente nero.

Conclusioni:
Il cotone è costituito da cellulosa, che è costituita da atomi di carbonio. Il suo riscaldamento provoca la trasformazione di cellulosa in carbonio e acqua. L'acqua evapora e il carbonio rimane solidificato.


Saggi alla fiamma

Da fare in laboratorio con gente competente in materia. Non fare in casa.

Obbiettivo:
Riconoscere elementi chimici dal colore emesso alla fiamma.

Prerequisiti:
Alcuni elementi contenenti sali e metalli alcalini e alcalini terrosi ( IA e IIA gruppi della tavola periodica), quando sono riscaldati dalla fiamma emettono un colore relativo al metallo contenuto. La fiamma vaporizza l'elemento e contemporaneamente eccita gli atomi delle sostanze. Gli elettroni eccitati, compieranno un salto quantico dallo stato fondamentale a un altro orbitale, e, una volta che vorranno tornare nello stato fondamentale, sprigioneranno l'energia acquisita sotto forma di radiazione elettro-magnetica.

Materiali e strumenti:
  • HCl concentrato
  • Campioni di sali
  • Vetrino di orologio
  • Filo di nichel-cromo sostenuto da una bacchetta di vetro
  • Spatola
  • Fiamma ossidabile
Procedimento:
Tuffare il filo di nichel-cromo nell'HCl; portare il filo alla fiamma, se non dà colorazione, significa che è pulito, allora procedere prelevando con il filo una punta di un campione. Portarlo sulla fiamma e osservare colorazione. Poi pulire il filo con l'HCl e procedere con gli altri campioni.

Campioni:
  1. Cloruro di Sodio, arancione
  2. Cloruro di Potassio, violetto
  3. Cloruro di Litio, rosso carminio
  4. Bicloruro di Bario, verde chiaro
  5. Bicloruro di Stronzio, rosso porpora
  6. Bicloruro di Calcio, arancione
  7. Bicloruro di Rame, azzurrino
Osservazioni:


Dai colori che notiamo da ogni elemento, deduciamo che lo spettro emesso è uno spettro ad emissione a righe, per due motivi: la radiazione emessa possiede una sola colorazione, quindi una sola riga dello spettro visibile; secondo per poter vedere la radiazione emessa dall'elemento, dobbiamo vaporizzare il solido e quindi portarlo all'incandescenza, ciò è tipico di uno spettro ad emissione a righe.